IL FUTURO SARA’ DI CHI RACCOGLIERA’ LA SFIDA
"Compito della finanza è trasferire denaro da investitori a imprenditori che ne necessitano per lo sviluppo della loro attivita'. La finanza rende possibile questo flusso tramite i mercati finanziari e i veicoli di investimento a disposizione di investitori e business. Complessivamente la finanza ha diversi importanti utilizzi che contribuiscono alla crescita economica". Di definizioni come queste, che ho trovato online, ne esistono a decine. Naturalmente sono tutte giuste. Eppure, allo stesso tempo, sono anche irrimediabilmente parziali e ormai spesso superate.
Nel mondo sempre più globalizzato e interconnesso in cui viviamo, nella maggior parte dei casi investitori e imprenditori non vivono più nella stessa città, nemmeno nella stessa regione, spesso neanche nella stessa nazione e sempre più frequentemente si trovano addirittura in continenti diversi. I mercati finanziari diventano allora l'unico interlocutore che si interfaccia da un lato con i risparmiatori-investitori e dall'altro con le imprese. La finanza ha eliminato la relazione tra chi investe denaro e chi lo riceve (in prestito o a titolo di capitale). Ma è anche andata molto oltre: ha creato denaro dal nulla, tramite istituti bancari e Banche centrali e, piu recentemente, con lo sviluppo dell'industria degli hedge fund - che ora nella legislazione europea (e in molte altre) sono assimilati ai tradizionali strumenti long only (ovvero quelli che non vendono titoli che non possiedono). Ha creato denaro dalla perdita di denaro (quando vendo un'azione, una divisa o un titolo che non possiedo e questo perde valore io realizzo un guadagno). Come un’antimateria che si accresce dalla distruzione della materia. In un certo senso è normale. L'essere umano evolve e cerca nuove dimensioni per l'affermazione di se stesso e delle sue capacità nei confronti dei suoi simili.
Ma cosa comporta questo fenomeno se lo guardiamo su scala globale? Il Prodotto interno lordo (Pil) mondiale a fine 2011 era pari a 79 trilioni di dollari (valutati con il criterio del Purchasing pricing power, secondo dati della World Bank). Il valore totale dei titoli finanziari (comprendente capitalizzazione delle Borse mondiali, obbligazioni e prestiti emessi) era invece pari a 212 trilioni di dollari, evidenziando una crescita del debito globale negli ultimi 10 anni dal 218% al 266% del Pil mondiale (fonte Mc Kinsey). Alla metà dell'anno scorso il valore totale dei titoli derivati (forward, swap e option) circolanti nel mondo ammontava a 707 trilioni di dollari (!), ed era aumentato di 125 trilioni negli ultimi 12 mesi (!!), più di una volta e mezzo il Pil mondiale (!!!) (fonte Banca dei regolamenti internazionali).
Leverage tra pericoli e opportunitàSemplificando, possiamo dire che il mondo è "a leva" di circa dieci volte e la tendenza va verso un ulteriore rialzo. Come si sa, i derivati (in particolare i future) sono i più veloci, liquidi ed economici strumenti finanziari esistenti. Nonostante la regolamentazione internazionale stia crescendo, sarà difficile arrivare a una limitazione nell'uso di questi strumenti. Nella migliore delle ipotesi riusciremo a incrementarne il livello di regolarizzazione (scambio su mercati regolati) e di controllo.
Qual è il nesso con la crisi europea che continua a influenzare l'economia mondiale? Data questa chiara e marcata tendenza all’aumento della "finanziarizzazione" internazionale, pur con tutto il buon senso che siamo in grado di esprimere, mi chiedo quanto sia ragionevole e lungimirante da parte degli Stati, e in particolare di quelli europei, puntare tutto, come sta facendola Germania della Merkel e ora sempre più l'Italia di Monti, sul rigore di bilancio. Per esempio prevedendo nella Costituzione il divieto di deficit e imponendo aprioristicamente la riduzione del debito. Se il mondo è “a leva”, finanziariamente parlando, del 1000% del Pil (10 volte) e molte banche europee lo sono addirittura di 40 volte è saggio per uno Stato puntare a leva zero? O meglio, più che saggio, è ragionevolmente percorribile questa strada?
“Levereggiare”, dal francese lever che vuol dire “sollevare”, significa amplificare una forza di input per ricavarne una maggiore di ouput: basta che io utilizzi un lungo bastone ed ecco che riesco a sollevare un macigno. L'accezione di per se è positiva. Dipende naturalmente cosa vado a levereggiare. In fin dei conti, l'imprenditore che si indebita ben oltre il 100% del suo patrimonio per realizzare un’impresa di successo non è encomiabile? Non va sostenuto? Ovvio che se uno Stato si indebita per creare e mantenere un apparato pubblico inefficiente, che si autoalimenta con regolamenti astrusi e leggi contraddittorie, compie una distruzione di valore. Ma non avviene altrettanto se invece libera risorse per incentivare imprenditori meritevoli.
Il fatto di riconoscersi individualmente e collettivamente colpevoli (anche per quel latente senso di colpa da peccato originale che ogni italiano ha e che le complicazioni dell'amministrazione pubblica istigano a nutrire) e inseguire, rinnegando la vitalità e l’intraprendenza italiana, i dogmi di uno pseudo neo-protestantesimo ipocrita rischia di spegnere definitivamente i pochi focolai di crescita del nostro Paese per metterci alla mercè di uno Stato che dalla situazione attuale ha già ampiamente tratto vantaggio.
Le elezioni politiche che si terranno ora in Francia se da un lato, con la risalita della sinistra, potranno generare a breve un nuovo shock sui mercati, dall'altro forse romperanno quel sodalizio Merkel-Sarkozy che, avendo di fatto fallito nella gestione della crisi attuale, rischia di portare se non a una dissoluzione dell'euro senz'altro a un'involuzione ulteriore della crescita europea. Continuare a tirare la corda è ormai quanto di più inopportuno possano fare i tedeschi: le richieste di garanzie collaterali sui 500 miliardi di crediti che vantala Bundesbank verso gli altri Paesi dell'euro è di fatto una assurda minaccia di dissoluzione dell'euro, che pare le grandi banche europee stiano prendendo sul serio avendo iniziato a pareggiare partite creditorie e debitorie verso i Paesi terzi dell'Unione in modo che se si ritornasse alle divise locali eventuali svalutazioni o rivalutazioni dei cambi non andrebbero a impattare sui bilanci. La Grecia è allo stremo e se ai greci rimarrà solo l'orgoglio, cosi come la storia ci ha mostrato, faranno valere quello staccandosi loro dall'Unione e creando un precedente per altri Paesi, con il conseguente rischio di un banking run nel quale gli investitori cercherebbero di portare i loro capitali nei Paesi finanziariamente percepiti come stabili. Il risultato sarebbe un tracollo finanziario globale: pensate a una valanga pari a 10 volte il Pil mondiale che si può abbattere in pochi secondi su tutti i valori di Borsa… - Tilt -.
La Germania in cuor suo sa, e molti onesti tedeschi lo ammettono apertamente, che - oltre a non potersi permettere come nessun altro Stato un cataclisma finanziario mondiale - avrebbe difficoltà enormi a uscire dall'Euro e a subire un Marco tremendamente rivalutato: tutta la sua industria ne perirebbe.
Se non vogliamo tornare a un nuovo Medioevo europeo, in cui pero' verremmo velocemente colonizzati dai forti Paesi emergenti, è bene svegliarci e rilanciare con forza iniziative di crescita delle nostre millenarie esperienze e capacità di cittadini europei.
"Compito della finanza è trasferire denaro da investitori a imprenditori che ne necessitano per lo sviluppo della loro attivita'. La finanza rende possibile questo flusso tramite i mercati finanziari e i veicoli di investimento a disposizione di investitori e business. Complessivamente la finanza ha diversi importanti utilizzi che contribuiscono alla crescita economica". Di definizioni come queste, che ho trovato online, ne esistono a decine. Naturalmente sono tutte giuste. Eppure, allo stesso tempo, sono anche irrimediabilmente parziali e ormai spesso superate.
Nel mondo sempre più globalizzato e interconnesso in cui viviamo, nella maggior parte dei casi investitori e imprenditori non vivono più nella stessa città, nemmeno nella stessa regione, spesso neanche nella stessa nazione e sempre più frequentemente si trovano addirittura in continenti diversi. I mercati finanziari diventano allora l'unico interlocutore che si interfaccia da un lato con i risparmiatori-investitori e dall'altro con le imprese. La finanza ha eliminato la relazione tra chi investe denaro e chi lo riceve (in prestito o a titolo di capitale). Ma è anche andata molto oltre: ha creato denaro dal nulla, tramite istituti bancari e Banche centrali e, piu recentemente, con lo sviluppo dell'industria degli hedge fund - che ora nella legislazione europea (e in molte altre) sono assimilati ai tradizionali strumenti long only (ovvero quelli che non vendono titoli che non possiedono). Ha creato denaro dalla perdita di denaro (quando vendo un'azione, una divisa o un titolo che non possiedo e questo perde valore io realizzo un guadagno). Come un’antimateria che si accresce dalla distruzione della materia. In un certo senso è normale. L'essere umano evolve e cerca nuove dimensioni per l'affermazione di se stesso e delle sue capacità nei confronti dei suoi simili.
Ma cosa comporta questo fenomeno se lo guardiamo su scala globale? Il Prodotto interno lordo (Pil) mondiale a fine 2011 era pari a 79 trilioni di dollari (valutati con il criterio del Purchasing pricing power, secondo dati della World Bank). Il valore totale dei titoli finanziari (comprendente capitalizzazione delle Borse mondiali, obbligazioni e prestiti emessi) era invece pari a 212 trilioni di dollari, evidenziando una crescita del debito globale negli ultimi 10 anni dal 218% al 266% del Pil mondiale (fonte Mc Kinsey). Alla metà dell'anno scorso il valore totale dei titoli derivati (forward, swap e option) circolanti nel mondo ammontava a 707 trilioni di dollari (!), ed era aumentato di 125 trilioni negli ultimi 12 mesi (!!), più di una volta e mezzo il Pil mondiale (!!!) (fonte Banca dei regolamenti internazionali).
Leverage tra pericoli e opportunitàSemplificando, possiamo dire che il mondo è "a leva" di circa dieci volte e la tendenza va verso un ulteriore rialzo. Come si sa, i derivati (in particolare i future) sono i più veloci, liquidi ed economici strumenti finanziari esistenti. Nonostante la regolamentazione internazionale stia crescendo, sarà difficile arrivare a una limitazione nell'uso di questi strumenti. Nella migliore delle ipotesi riusciremo a incrementarne il livello di regolarizzazione (scambio su mercati regolati) e di controllo.
Qual è il nesso con la crisi europea che continua a influenzare l'economia mondiale? Data questa chiara e marcata tendenza all’aumento della "finanziarizzazione" internazionale, pur con tutto il buon senso che siamo in grado di esprimere, mi chiedo quanto sia ragionevole e lungimirante da parte degli Stati, e in particolare di quelli europei, puntare tutto, come sta facendo
“Levereggiare”, dal francese lever che vuol dire “sollevare”, significa amplificare una forza di input per ricavarne una maggiore di ouput: basta che io utilizzi un lungo bastone ed ecco che riesco a sollevare un macigno. L'accezione di per se è positiva. Dipende naturalmente cosa vado a levereggiare. In fin dei conti, l'imprenditore che si indebita ben oltre il 100% del suo patrimonio per realizzare un’impresa di successo non è encomiabile? Non va sostenuto? Ovvio che se uno Stato si indebita per creare e mantenere un apparato pubblico inefficiente, che si autoalimenta con regolamenti astrusi e leggi contraddittorie, compie una distruzione di valore. Ma non avviene altrettanto se invece libera risorse per incentivare imprenditori meritevoli.
Il fatto di riconoscersi individualmente e collettivamente colpevoli (anche per quel latente senso di colpa da peccato originale che ogni italiano ha e che le complicazioni dell'amministrazione pubblica istigano a nutrire) e inseguire, rinnegando la vitalità e l’intraprendenza italiana, i dogmi di uno pseudo neo-protestantesimo ipocrita rischia di spegnere definitivamente i pochi focolai di crescita del nostro Paese per metterci alla mercè di uno Stato che dalla situazione attuale ha già ampiamente tratto vantaggio.
Le elezioni politiche che si terranno ora in Francia se da un lato, con la risalita della sinistra, potranno generare a breve un nuovo shock sui mercati, dall'altro forse romperanno quel sodalizio Merkel-Sarkozy che, avendo di fatto fallito nella gestione della crisi attuale, rischia di portare se non a una dissoluzione dell'euro senz'altro a un'involuzione ulteriore della crescita europea. Continuare a tirare la corda è ormai quanto di più inopportuno possano fare i tedeschi: le richieste di garanzie collaterali sui 500 miliardi di crediti che vanta
Se non vogliamo tornare a un nuovo Medioevo europeo, in cui pero' verremmo velocemente colonizzati dai forti Paesi emergenti, è bene svegliarci e rilanciare con forza iniziative di crescita delle nostre millenarie esperienze e capacità di cittadini europei.
A presto Mauri
Grazie a Francesco Tarabini Castellani del Gruppo Bancario Svizzero “Vontobel”